Stop-Zemlia, Kateryna Gornostai, 2021, Ucraina. Giffoni film festival, Berlinale.

Età inquieta, dove tutto è estremamente serio ma anche cangiante, epigoni dell'infanzia e prodromi e prodromi dell'età adulta si aggrovigliano e si sciolgono in un abbraccio materno o nella tribalità di una danza. Età antinomica, si baciano appassionatamente amiche e amici e non si osa sfiorare con lo sguardo l'interesse del momento. Tutto è in superficie, sulla pelle, anche il sangue glitterato che sgorga da polsi tagliuzzati per siglare un battesimo di sangue. Masha, Senia e Yana. tre moschettieri senza spada ma coltello da cucina, che bivaccano vestiti sullo stesso letto con calzini bucati e cappello indossato come elmetto protettivo (o copertina di Linus). Se nel gruppo allargato, la classe, la solidarietà si parcellizza e si bullizza e volano zaini dalla finestra, tre è il numero perfetto per una complicità non troppo simbiotica per elaborare un passato che non c'è ancora, un presente che è già finito e un futuro che per fortuna dura a lungo, dunque è perfettibile. E si gioca, si allude, non si confessa per una sorta di omertà verso se stessi, ci si abbandona e ci si ripiglia, in ogni caso il pathos ha vita breve.

Risulta interessante la cifra semantica, caratterizzata da commistione tra fiction che appare più vera delle interviste agli attori, che tendono ad edulcorare la realtà e ad apparire saggi  e in equilibrio, a ben figurare.

Tra stereotipi di progetti, propositi e aspettative, colpisce la confessione di Yana di essere affetta da depressione. Verità o desiderio di emergere e catturare l'attenzione dell'interlocutore? Poco importa perchè, a quella età, tutto è in fieri, nulla è cristallizzato e definitivo, neppure la malattia.  Questo caos è ben rappresentato, attraverso intensi primi piani e convulsi movimenti di macchina. Pare quindi ovvio e naturale che i dialoghi più poetici,e surreali, meno scontati e prosaici siano  quelli in chat, con un interlocutore sconosciuto o presunto tale, probabilmente il più intimo e disinteressato compagno di viaggio. E ci anche noi ci associamo e ci chiediamo con lui "Sarà salata la neve sul mare?".

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