Il cieco che non voleva vedere Titanic. Teemu Nikki, Finlandia, 2021. Venezia, Orizzonti.

Un film su un corpo, un corpaccione ostinato che non si rassegna, sulla sua vitalità creativa che affonda le radici non nella vita, immota e fissata in una stasi forzata, ma nel cinema stesso, in quelle immagini in movimento, residui mnesici che evocano stati d'animo, situazioni, affinità e distanze, nomi e soprannomi.

La macchina da presa all'inizio sullo sguardo, scivola poi sulla nuca, in una soggettiva dove attorno tutto è sfocato, tranne il possente collo taurino del protagonista. E da evocazioni cinefile si creano continui movimenti associativi, deja vu, deja vecu, assonanze e dissonanze. Cinema come paradigma, vademecum di riferimento dove attingere a piene mani. Cinesi esistenziale ed immaginaria su cui modellare  un mondo di fatto opaco e informe nella realtà al fine di renderlo vivo e pulsante. Fino ad accettare la sfida di un viaggio in condizioni di estrema labilità, contando fideisticamente sulla benevolenza di cinque brave persone: Ad ostacolare l'ambito traguardo, si imbatterà in due predatori debosciati, verrà salvato da un cane Lessie, Hichiko o Rintintin e riuscirà così a centrare il traguardo, quello per cui si era mosso e commosso.

Motori di quel viaggio la sfida e la pietas, quella capacità, nel dolore, di identificarsi con essere sconosciuto, distante cento chilometri taxi-treno-taxi, per nulla affine nei gusti estetici, di cui però condivide la ostica convivenza con la malattia e la prossimità alla morte

E noi che, come Jakko, apprezziamo la visionarietà di Carpenter e non amiamo la melensaggine di Titanic, deliziati dalle carezze finali dei corpi che si ri /conoscono al tocco, formuliamo  un pensiero di speranza. La sclerosi multipla non ha prognosi sempre infausta quoad vitam ci piace quindi pensare che Jakko possa continuare a superare i limiti imposti dal suo stato fisico e ad affrontare sfide sempre più temerarie, portando come strumento la sua ostinazione, il suo coraggio, la sua audacia immaginifica e la sua palpitante empatia. 

Non amava gli Skorpions ma, si sa, nessuno è perfetto. Quando però irrompe nella sua vita il possente wind of change , la staticità e la ripetitività è mera apparenza agli occhi degli stolti condomini o di chi, come loro, risulta preda del senso comune e dello stereotipo sociale più becero.

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