The postman's white nights, A. Konchaloskij, 2014, F.V, in concorso. Chiudiamo la parentesi del giovane cinema europeo dopo aver rischiato danni da asfissia e prendiamoci una boccata di ossigeno. Film scarno ed essenziale, neorealismo sovietico. Un villaggio sperduto del nord, attori i suoi abitanti, tranne il protagonista e alcune comparse che troviamo in città, la direttrice delle poste, il generale, il colonnello. L'inizio con le foto di famigliari e amici introduce perfettamente il tema, la nostalgia per un passato che avrebbe potuto essere l'incipit per una vita diversa e la solitudine di tutti, dispersi in uno spazio sterminato, inidoneo a contenere l'angoscia esistenziale. E la depressione è un gatto grigio che ci guarda dalla finestra, che ci pesa sullo stomaco e ci accompagna nella scuola dell'infanzia ora devastata. In quella landa desolata dove tutti son dediti alla vodka, l'unico compagno astemio non può essere che un bambino, figlio di una ex compag...
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